A Marina di Grosseto l’incontro conclusivo del progetto Velaterapia

Progetto Velaterapia in Toscana: quale futuro?

Si è svolto domenica 2 ottobre al Porto della Maremma di Marina di Grosseto l’incontro conclusivo delle attività che fanno parte del progetto velaterapia.

All’incontro oltre ai ragazzi che hanno preso parte al progetto erano presenti il Presidente del Porto della Maremma avv. Luciano Serra, che ha generosamente offerto la logistica dell’evento, il Circolo Nautico della Maremma e la Delegazione di Spiaggia della Capitaneria di Porto di Porto Santo Stefano. L’incontro è parte integrante dell’attività del progetto velaterapia perché è un’occasione per i ragazzi, con e senza disabilità,  che hanno trascorso insieme una settimana intensa di emozioni per rivedersi, confrontarsi e riallacciare quel rapporto magico tra di loro che avevano instaurato all’interno della barca.

 

Per il progetto velaterapia il 2016 è stato un anno molto difficile, nel quale la nostra associazione ha dovuto moltiplicare i proprio sforzi per portare, comunque, avanti il progetto, nonostante la decisione, da parte dell’Assessore alla Sanità Stefania Saccardi, di porre fine, dopo 15 anni, alla collaborazione da parte della Regione Toscana, concedendo, solo per questo anno, un simbolico contributo

“È stato un fulmine a ciel sereno per noi – ha dichiarato il Presidente di Velainsieme Bruno Brunone – perché avevamo già avuto la delibera con lo stanziamento dei fondi che poi ci sono spariti all’improvviso per la decisione dell’Assessore, senza che ci fosse stato dato il minimo preavviso e dopo che tutta la macchina organizzativa era già stata messa in movimento”.

La decisione dell’Assessore è infatti arrivata a pochi giorni dall’inizio delle attività, quando i genitori, i ragazzi, lo staff di Vela Insieme erano pronti per dare il via alla nuova stagione del progetto velaterapia. “Appena ricevuta la notizia – continua Brunone – ho convocato tutta la mia squadra di skipper, aiuto skipper e psicologi chiedendo chi se la sentisse di portare avanti il progetto a titolo completamente gratuito: nessuno si è tirato indietro. Non finirò mai di ringraziare questi ragazzi!”

Ora si apre un capitolo del tutto nuovo per salvare la velaterapia, proprio nella nostra regione dove è nata: ovvero  l’integrazione tra giovani con e senza disabilità, quella che più volte è stata definita un’eccellenza della Toscana. Proprio ora che il progetto sta approdando in altre regioni come la Lombardia, dove dopo tre anni di sperimentazione è in dirittura di arrivo la sua messa a regime, o come la Valle d’Aosta e l’Umbria che stanno valutando la possibilità di importare il progetto toscano (ironia della sorte tutte regioni che non hanno il mare ma che evidentemente hanno capito l’importanza e l’efficacia di questi progetti).

Un capitolo che dovrà vedere protagoniste per forza di cose le aziende private più sensibili al concetto di responsabilità sociale d’impresa (che in Toscana non mancano).

 

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